Matteo Renzi interviene sul caso degli avvisi di garanzia a Sala e Ricci: «Nessun indagato deve dimettersi».
In un’intervista pubblicata dal «QN» il 24 luglio 2025, Matteo Renzi ribadisce una posizione che lo accompagna da anni: la difesa del garantismo. Di fronte alle inchieste che coinvolgono figure come Giuseppe Sala e Matteo Ricci, l’ex presidente del Consiglio è netto: «Da quello che si legge dalle carte io non vedo giro di tangenti o reati evidenti. […] La politica deve imparare a rispettare i magistrati e ad aspettare le sentenze continuando a lavorare. […] Un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna, basta giustizialismo!»

Il garantismo secondo Renzi: una posizione che fa discutere
Renzi sottolinea l’ipocrisia del doppio standard tra destra e sinistra: «La destra è così da sempre. […] Meloni non ha chiesto scusa. Ma lei è sempre stata giustizialista con gli avversari e garantista con i suoi camerati». Accusa anche i 5 Stelle di incoerenza: «Mi colpisce il fatto che chiedano le dimissioni di Sala o il passo indietro di Ricci, perché indagati, ma al loro interno hanno deputati come Chiara Appendino che è stata condannata in via definitiva. […] Trovo ipocrita l’atteggiamento grillino».
Le riforme, la giustizia e le fratture nel centrosinistra
Spostando il focus sulla riforma della giustizia, Renzi critica la gestione del governo: «Anche questa riforma bandierina della separazione delle carriere l’hanno scritta dei magistrati. […] Il potere legislativo esegue ciò che chiede l’esecutivo sulla base di un testo scritto dal giudiziario: altro che separazione dei poteri, questa è sudditanza della politica.»
Alla domanda su un possibile referendum, risponde: «Speriamo ancora di arrivarci con un testo diverso. Se questo sarà il testo decideremo prima dell’ultimo voto in Parlamento.» E sulle priorità politiche, sposta l’attenzione sui problemi concreti del Paese: «La vera partita non è sugli avvisi di garanzia ma sul costo della vita. Sugli stipendi. […] Con la Meloni abbiamo avuto l’anno record di fughe dall’Italia: 194mila persone fuggite dal nostro Paese lo scorso anno.»
Conclude con una stoccata interna: «Il ministro è nelle mani dei suoi dirigenti. […] Nel frattempo i cittadini pagano le inefficienze del sistema giudiziario.»
Il messaggio di Renzi è chiaro: il garantismo è un pilastro della democrazia, ma la politica deve smettere di piegarsi alla giustizia a corrente alternata.